IN VIAGGIO
di SERGIO GATTI
sgatti@federcasse.bcc.it
Il profilo e il carattere del Gruppo Bancario Cooperativo nascerà lungo il viaggio. Il viaggio di questi mesi della cosiddetta fase transitoria. La sua identità aggiornata, la sua morfologia, la sua rinnovata cultura d’impresa prenderanno forma tra il 2016 e il 2017. Sarà un viaggio nel viaggio. La fase transitoria si svilupperà all’interno di una transizione più ampia, che poi è una delle ragioni principali che hanno reso necessaria la riforma normativa e un nuovo assetto organizzativo.
La transizione sullo sfondo è infatti insidiosa. Per tutti.
C’è una regolamentazione bancaria fuori misura e costosa e che per di più tende a imporre a tutti il medesimo modello di business.
C’è un’economia in deflazione e una porzione elevata di crediti deteriorati. Si punta alla stabilità dell’industria bancaria come condizione della crescita: ma è anche la crescita che determina stabilità.
Ci sono tassi negativi che rendono difficili le prospettive dei conti economici.
Ci sono innovazioni tecnologiche che mutano profondamente sia gli stili di consumo sia il mercato.
Ci sono assetti da ripensare (come le reti delle filiali). E naturalmente profili professionali da ridisegnare, approcci contrattuali da riconsiderare insieme alle organizzazioni sindacali, e per le BCC interpretazioni moderne dell’articolo 2 dello statuto per frenare il declino demografico e far maturare culture e prassi adeguate in campo previdenziale, sanitario, assicurativo, energetico.
Su tale sfondo si sviluppa il viaggio delle BCC. Studiare, comprendere, muoversi, selezionare le priorità e indirizzare gli investimenti, saranno alcune delle azioni che daranno sostanza al viaggio.
Un primo esempio di modalità con la quale arricchire il viaggio verso il Gruppo Bancario Cooperativo è il ciclo di seminari formativi organizzato insieme alla Banca d’Italia sulle “Nuove regole dell’Unione Bancaria e la gestione delle crisi bancarie e delle situazioni di difficoltà” che si sono avviati a Bari proprio in quel pomeriggio del 6 aprile nel quale il Senato votava definitivamente la riforma del Testo unico negli articoli relativi alle BCC. Le tappe successive sono state Bologna, Padova, Milano, Roma e Bolzano nelle quali hanno partecipato oltre 1.500 tra amministratori, direttori, sindaci che hanno vissuto questa iniziativa, inedita nella sostanza e nelle modalità di proposizione.
Risfogliando il quaderno, i temi emersi negli spazi di dibattito sono stati tanti, tra i quali: i criteri di gestione del Gruppo Bancario Cooperativo (quale equilibrio tra rigore nei controlli ed elasticità gestionale in funzione della meritevolezza?); il concetto di autonomia controllata (quali parametri oggettivi per misurare la virtuosità della singola BCC?); gli assetti organizzativi del Gruppo e della Capogruppo; l’importanza del ruolo del versante associativo, Federazioni Locali e Federcasse; le caratteristiche del management; i vantaggi quotidiani dell’appartenenza al Gruppo Bancario Cooperativo; i connotati del Fondo temporaneo delle BCC introdotto dalla riforma; la necessità di fondare il lavoro del nuovo Gruppo sul merito e sulla competenza; la selezione della leadership del nuovo Gruppo; le prospettive di redditività rese incerte da elementi di contesto nuovi e il contributo in tal senso che verrà dal nuovo assetto; la consapevolezza della necessità di procedere a riallineamenti sul fronte economico/patrimoniale e su quello strutturale; la crescente difficoltà nel fare il mestiere della BCC; l’istituto del sottogruppo territoriale; i contenuti e i caratteri del contratto di coesione e la sua capacità di gestire la pluralità; il coinvolgimento di tutte le BCC.
Il viaggio è iniziato. Qualcuno ha detto, tra nostalgia e voglia di nuove opportunità.
Il viaggio genererà nuovi approcci mentali per continuare a fare la banca cooperativa. Lo dovrà fare nell’unità e nella composizione delle diversità. La conflittualità, lo dimostra la storia, alla lunga si rivela avversaria dello sviluppo.
Distrae energie, risorse, menti, relazioni, progettualità, tempo dagli obiettivi sostanziali e sfidanti del servizio. Indebolisce gli investimenti in cultura, competenze e tecnologia.
“La fase storica che viviamo - scrive Vera Negri – insegna che il progresso e lo sviluppo, la stabilità e l'efficacia si raggiungono cercando punti di consenso invece che scogli di contrasto, elaborando compromessi invece che erigere muri che dividono, negoziando alleanze invece che dichiarando guerre”.
Se confermerà il proprio assetto unitario, originale e partecipato, il convoglio del Credito Cooperativo arriverà lontano.